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23 Dicembre 2023 Off Di wp_9586384

Racconti di Natale

IL RANOCCHIO, IL DITISCO E LA BACCA

Nello stagno presso la mangiatoia di Betlemme, pigramente seduto su una foglia di ninfea, un ranocchio teneva d’occhio un insetto dalle lunghe zarnpe che stava spensieratamente pattinando sull’ acqua: presto sarebbe stato a tiro e il ranocchio ne avrebbe fatto un solo boccone, senza tanta fatica. Poco più in là, un altro minuscolo insetto acquatico, un ditisco, guardava in modo struggente una graziosa ditisca: non aveva il coraggio di dichiararle il suo amore e si accontentava di ammirarla da lontano. Sulla riva a pochi millimetri dall’acqua un fiore piccolissimo, quasi invisibile, stava morendo di sete. Proprio non riusciva a raggiungere l’acqua, che pure era così vicina. Le sue radici si erano esaurite nello sforzo. Un moscerino stava invece annegando. Era finito in acqua per distrazione. Ora le sue piccole ali si erano appesantite e non riusciva a risollevarsi. E l’acqua lo stava inghiottendo. C’era anche un albero tropicale che con i suoi lunghi rami riusciva a sfiorare lo stagno. Sulle estremità del ramo più lungo,che si spingeva quasi al centro dello stagno, una bacca scura si staccò e piombò nell’acqua. Si udì un “pluff” sordo, quasi impercettibile nel gran ronzio degli insetti. Ma dal punto in cui la bacca era caduta in acqua, si formò un primo cerchio nell’acqua, seguito da un secondo, un terzo, un quarto. Si formarono tanti, tanti piccoli insignificanti cerchi nell’acqua.
Ma l’insetto dalle lunghe zampe venne travolto dalla prima piccola onda che si era formata e fu messo fuori portata dalla lingua del ranocchio. Il ditisco, invece fu spinto verso la ditisca e la urtò: si chiesero scusa e si innamorarono. Il primo cerchio d’acqua infine s’infranse sulla riva e una goccia d’acqua scura raggiunse il piccolo fiore che così riprese a vivere. Il secondo cerchio d’acqua, invece, sollevò il moscerino e lo depositò su un filo d’erba della riva, dove le sue ali poterono asciugare. Quante vite cambiate per qualche insignificante cerchio nell’acqua. Anche le nostre buone parole sono solo piccoli insignificanti cerchi nell’acqua, ma chissà…

L’UCCELLINO

Quando da ragazzo costruivo il presepio, mi piaceva, ma anche ora, prendere dei rami di sempreverde o dei rami senza foglie e li mettevo tra il muschio e le casette e li facevo diventare gli alberi del paesaggio. Su un albero presso la stalla di Betlemme, c’era una volta un passerotto beige e marrone che viveva la sua esistenza come una successione di ansie e di punti interrogativi. Era ancora nell’uovo e si tormentava: «Riuscirò mai a rompere questo guscio così duro? Non cascherò dal nido? I miei genitori provvederanno a nutrirmi?».
Passarono questi timori, ma altri lo assalirono, e mentre tremante sul ramo doveva spiccare il primo volo, pensò: «Le mie ali mi reggeranno? Mi spiaccicherò al suolo. Chi mi riporterà quassù?».
Naturalmente imparò a volare, ma cominciò a pigolare: «Troverò una compagna? Potrò costruire un nido?».
Anche questo accadde, ma il passerotto si angosciava: «Le uova saranno protette? Potrebbe cadere un fulmine sull’albero e incenerire tutta la mia famiglia. E se verrà il falco e divorerà i miei piccoli? Riuscirò a nutrirli ?».
Quando i piccoli si dimostrarono belli, sani e vispi e cominciarono a svolazzare qua e là, il passerotto si lagnava: «Troveranno cibo a sufficienza? Sfuggiranno al gatto e agli altri predatori ?».
Poi, un giomo, sotto l’albero si fermò il Maestro.
Additò il passerotto ai discepoli e disse: «Guardate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non mettono il raccolto nei granai eppure il Padre vostro che è in cielo li nutre!».
Il passerotto beige e marrone improvvisamente si accorse che aveva avuto tutto. E non se n’era mai accorto!

PREGHIERA PRIMA DEL PASTO  DI  NATALE

Signore Gesù, Tu sei venuto in mezzo a noi per essere vicino ad ognuno di noi.
Noi oggi ti contempliamo nel Bambino del presepio.
Donaci di trasmettere a tutti la tua gioia e la tua pace.
Rendi fraterna questa tavola, ospitale la nostra casa. Amen

Tanti auguri dalla comunità
da don Febin
don Darvin
e don Luciano
e da don Claudio che ci ha aiutato in questi giorni